In occasione della manifestazione CONVERGERE PER INSORGERE indetta dal Collettivo di Fabbrica GKN, Fridays for Future, Assemblea No Passante Bologna e Rete Sovranità Alimentare Emilia-Romagna per il 22 ottobre a Bologna, noi dell’Assemblea Antifascista contro il green pass abbiamo deciso di scendere in piazza perché ne condividiamo i contenuti, e per continuare a sostenere con determinazione i temi che per due anni ci hanno visti nelle strade a sostegno delle persone private del lavoro, per la libertà di scelta terapeutica, contro una comunicazione atta ad alimentare e fomentare il terrore e la paura, contro il controllo sociale mediato da uno strumento discriminatorio (green pass), contro una reclusione funzionale alla frantumazione delle relazioni sociali e politiche tra le persone
No green pass e oltre a Busto Arsizio
Per fortuna c’è ancora qualcuno che non dimentica quello che è successo negli ultimi tre anni. Che non ha trattato con leggerezza il progressivo disciplinamento sociale che attraverso un odioso strumento digitale ha permesso compressione di diritti, emarginazione e discriminazione, impoverimento e paure nella società tutta. E che ha fatto da apripista all’accettazione della guerra e allo stato di emergenza perenne.
L’ Assemblea Popolare di Busto Arsizio torna in piazza nell’anniversario dell’introduzione in tutti i luoghi di lavoro della tessera fascista denominata green pass. L’assemblea Antifascista contro il green pass, sostiene questa lotta senza riserve e condivide le parole dell’Assemblea Popolare:
L’ Assemblea Popolare di Busto Arsizio torna in piazza nell’anniversario dell’introduzione in tutti i luoghi di lavoro della tessera fascista denominata green pass. L’assemblea Antifascista contro il green pass, sostiene questa lotta senza riserve e condivide le parole dell’Assemblea Popolare:
“Noi non dimentichiamo tutto ciò, e come allora scenderemo in piazza per ricordare, sostenere e gridare a gran voce il nostro dissenso non solo contro l’obbligo vaccinale e le sospensioni / licenziamenti dal lavoro, ma anche per continuare a mettere in luce le nefandezze di questo presente: guerre, aumenti dei prezzi e della povertà, Stato di Emergenza perenne, tecnologia sempre più invasiva e leggi liberticide”
il Resistendum del CLN
In un panorama pre-elettorale desolante, due schieramenti sono pronti ad assumere (l’uno o l’altro) la guida del Paese: si passano vicendevolmente il testimone per portare a compimento un risultato finale concordato e pilotato da NATO e USA di svendita del patrimonio, depauperazione dei cittadini, in un quadro di economia di guerra al servizio dell’allargamento della NATO, dell’arricchimento delle aziende di armi in stile fascista (dichiarato come fanno le destre o taciuto come fa il PD), da sempre cavallo del capitalismo, ovvero tramite il controllo, la propaganda e la repressione del dissenso, con tutti i mezzi possibili e di cui abbiamo avuto ampi assaggi in questi ultimi due anni. A nulla varrà la minima percentuale di cittadini che tali partiti realmente rappresenteranno, poiché l’impostazione dell’attuale legge elettorale darà comunque una legittimazione dalle urne alle loro coalizioni e alle politiche che adotteranno.
Indipendentemente dalle nostre singole decisioni di voto o di astensione dal voto, troviamo nella posizione del CLN una matura analisi della situazione politica a gestione anticostituzionale del Paese e pensiamo che l’idea del Resistendum veicoli molti contenuti (etici, politici e di diritto) che ci sentiamo di divulgare, affinché più persone possano venirne a conoscenza, decidere di parteciparvi e considerare la posizione, l’idea, il significato di rappresentanza e resistenza dal basso, fatto di lotte sui posti di lavoro e nelle piazze cittadine, ma anche di consapevolezza degli strumenti democratici di rappresentanza che se bene usati ci permetterebbero di vivere meglio di così.
Indipendentemente dalle nostre singole decisioni di voto o di astensione dal voto, troviamo nella posizione del CLN una matura analisi della situazione politica a gestione anticostituzionale del Paese e pensiamo che l’idea del Resistendum veicoli molti contenuti (etici, politici e di diritto) che ci sentiamo di divulgare, affinché più persone possano venirne a conoscenza, decidere di parteciparvi e considerare la posizione, l’idea, il significato di rappresentanza e resistenza dal basso, fatto di lotte sui posti di lavoro e nelle piazze cittadine, ma anche di consapevolezza degli strumenti democratici di rappresentanza che se bene usati ci permetterebbero di vivere meglio di così.
I sollevamenti della terra
Lo scopo che l’Assemblea promotrice della Marcia esplicita non può essere più chiaro e coinvolgente:
“Non si tratta più di mobilitarsi per chiedere ai governanti questa o quella nuova misura ecologica, né di credere alle loro soluzioni miracolose. Tanto meno si tratta di assistere passivamente allo spettacolo che mettono in scena per noi: quello di un “progresso” che, al contrario delle loro promesse, si rivela sempre più slegato dalla pienezza dell’esistenza umana.
Si tratta invece di riprendere in mano il destino del mondo e di organizzarsi per passare all’azione. Per mostrare, disarmare, neutralizzare tutte le macchine di morte; per bloccare la corsa folle al consumo vorace di risorse, per riprenderci la terra e restituirla al mondo”
“Non si tratta più di mobilitarsi per chiedere ai governanti questa o quella nuova misura ecologica, né di credere alle loro soluzioni miracolose. Tanto meno si tratta di assistere passivamente allo spettacolo che mettono in scena per noi: quello di un “progresso” che, al contrario delle loro promesse, si rivela sempre più slegato dalla pienezza dell’esistenza umana.
Si tratta invece di riprendere in mano il destino del mondo e di organizzarsi per passare all’azione. Per mostrare, disarmare, neutralizzare tutte le macchine di morte; per bloccare la corsa folle al consumo vorace di risorse, per riprenderci la terra e restituirla al mondo”
Quindi tutti in Marcia!
“Per dire NO a opere inutili e imposte; per dire NO al nuovo impianto di risalita al Corno alle Scale; per dire NO a nuove cementificazioni per la logistica in pianura; per dire NO all’allargamento della Tangenziale-autostrada a Bologna. Per dire SÌ all’agricoltura di prossimità; per dire SÌ a restituire risorse a una buona sanità pubblica, per dire SÌ a una mobilità davvero sostenibile, per dire SÌ a una società conviviale e non mercificata”.
Anche noi come Assemblea Antifasciste contro il green pass, condividendo appieno il progetto e le aspettative, interverremo a Pioppe di Salvaro, al termine della quinta tappa. Cercheremo di descrivere quanto l’autoritarismo applicato alla gestione dei territori abbia la stessa matrice dell’autoritarismo applicato sui corpi e sulle menti durante la pandemia, attraverso l’imposizione di sieri sperimentali, l’uso distorto della tecnologia, la privazione di libertà e diritti fondamentali, la discriminazione e criminalizzazione del dissenso.
Sanitari mobilitati per la salute e il lavoro
Solidarizzando con i sanitari in lotta del Comitato Sanità Sospesa pubblichiamo volentieri l’appello (scaricabile) per la loro prossima iniziativa:
SANITARI MOBILITATI PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E AL LAVORO!
SANITARI MOBILITATI PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E AL LAVORO!
“Mentre il PNRR accelera lo smantellamento della sanità e vengono investiti miliardi di euro in armamenti per guerre che i cittadini non vogliono, i sanitari si oppongono ai profitti delle case farmaceutiche e della grande finanza chiedendo diritto alla salute e al lavoro!
Diamo appuntamento a tutti gli operatori sanitari e alle persone interessate.”
giovedì 1 settembre ore 18:00
Centro Sociale Culturale Villa Paradiso
via Emilia Levante, 138 – Bologna
Centro Sociale Culturale Villa Paradiso
via Emilia Levante, 138 – Bologna
Sanitari sospesi in movimento
In coordinamento con CUB e Carc, l’Assemblea Antifascista contro il Green Pass ha intrapreso una attività attraverso il “ Comitato sanità sospesa ” (sanitari @ anche . no) rivolta al sostegno solidale e politico dei sanitari sospesi per non essersi sottoposti all’obbligo vaccinale e contro lo smantellamento della sanità pubblica, ormai ombra della sanità di 30 anni fa.
Stiamo perdendo il diritto alla salute e alla cura.
Stiamo perdendo il diritto alla salute e alla cura.
I sanitari, che non cedono alla violenza del trattamento, difendono per tutti il diritto alla dignità umana e alla libertà terapeutica, difendono la Costituzione ormai stracciata, difendono i trattati sui diritti umani, anch’essi ormai meri ricordo di facciata, difendono gli altri lavoratori e lo hanno fatto fin dal primo giorno dell’obbligo, perché molti di loro hanno compreso che le imposizioni di questo governo colpiscono un gruppo di cittadini isolandoli, per estendersi poi inesorabilmente a tutti gli altri con la stessa tecnica. Ci rivolgiamo anche ai sanitari ancora in servizio, sensibili all’argomento, poco intenzionati a sottoporsi all’ennesimo ricatto, solidali con i colleghi sospesi.
Vogliamo denunciare il clima di isolamento, ricatto e paura in cui molti lavoratori si trovano ad operare, la difficoltà a relazionarsi col paziente vittima di effetti avversi da vaccino che la medicina dei nostri ospedali si rifiuta di prendere in considerazione. Sull’imposizione dell’obbligo vaccinale sotto il ricatto padronale della perdita dello stipendio imposto a persone con case e figli da mantenere (ancora in corso dall’ormai lontano primo aprile 2021…) SI PUO’ ROMPERE IL SILENZIO! Difendiamo chi ci sta difendendo, chi con coscienza e forza fa la sua parte per opporsi a un progetto politico di sorveglianza e di imposizione sui corpi.
Stiamo diffondendo il nostro volantino davanti agli ospedali e chiediamo a tutti voi di diffonderlo attraverso ogni canale per raggiungere più persone possibili, sanitari e cittadini, in difesa della sanità pubblica e della propria integrità corporea.
Diamo appuntamento a tutti gli operatori sanitari e alle persone interessate.
30 giugno ore 18:30
Centro Sociale Culturale Villa Paradiso
via Emilia Levante, 138 – Bologna
Centro Sociale Culturale Villa Paradiso
via Emilia Levante, 138 – Bologna
Incontro con Alberto Fazolo
LA RESISTENZA ANTIFASCISTA ALLE PORTE DELL’EUROPA
La Comune di Ravenna, ha organizzato per il 20 giugno, un incontro con Alberto Fazolo, internazionalista, scrittore e attivista politico che aveva come tema l’approfondimento e l’aggiornamento su ciò che sta succedendo in Ucraina.
La chiave di lettura antifascista ha messo in evidenza l’impressionante mole di stupidaggini, menzogne, strumentalizzazioni e propaganda, volte a disorientare e confondere la gente (vedi pensiero unico agitato durante la pandemia).
Di seguito riportiamo il resoconto completo dell’iniziativa, messo a disposizione dalle/dai compagne/compagni di Ravenna.
La chiave di lettura antifascista ha messo in evidenza l’impressionante mole di stupidaggini, menzogne, strumentalizzazioni e propaganda, volte a disorientare e confondere la gente (vedi pensiero unico agitato durante la pandemia).
Di seguito riportiamo il resoconto completo dell’iniziativa, messo a disposizione dalle/dai compagne/compagni di Ravenna.
Intervento di Alberto Fazolo
Dibattito
Antifascist@ contro la NATO e le guerre
In queste ultime settimane abbiamo assistito alla pubblicazione di vere e proprie liste di proscrizione nei confronti di chi sulla guerra in Ucraina ha un approccio diverso da quello del mainstream di regime. Sul Corriere della Sera sono apparsi nomi provenienti da una non meglio definita indagine del Copasir.
Non v’è dubbio che è in atto una campagna di criminalizzazione verso chiunque prenda posizione contro questa guerra e non sostenga l’invio di armi e mezzi militari a quello che di fatto è un regime paranazista finanziato ed eterodiretto dagli USA-NATO.
In questo scenario, che ci pare preliminare e preparatorio a una repressione ben più potente in caso di allargamento del conflitto, la medesima dinamica accusatoria ossia lo strale di “filo-putinismo” viene rivolto da alcuni ambienti del cosiddetto antagonismo a quelle compagne e compagni che si stanno mobilitando contro la guerra imperialista e la NATO.
Non v’è dubbio che è in atto una campagna di criminalizzazione verso chiunque prenda posizione contro questa guerra e non sostenga l’invio di armi e mezzi militari a quello che di fatto è un regime paranazista finanziato ed eterodiretto dagli USA-NATO.
In questo scenario, che ci pare preliminare e preparatorio a una repressione ben più potente in caso di allargamento del conflitto, la medesima dinamica accusatoria ossia lo strale di “filo-putinismo” viene rivolto da alcuni ambienti del cosiddetto antagonismo a quelle compagne e compagni che si stanno mobilitando contro la guerra imperialista e la NATO.
La presenza di elementi e gruppi del nazismo ucraino nella nostra città, l’attacco a una festa partigiana e al 1° maggio, il tentativo di stupro di una compagna sono completamente glissati da questi ambienti, che preferiscono attaccare le compagne e i compagni antifasciste e antimperialiste bollandole come “rossobruni”.
Mentre non possiamo non notare la curiosa convergenza di queste accuse di costoro con quelle della macchina propagandistica del PD, del governo e di USA-UE-NATO, e non notare come questi ambienti massimalisti a chiacchiere siano in parte gli stessi che hanno attaccato quelle compagne e compagni che si sono battute contro le restrizioni pandemiche di regime come il green pass e per la libertà di scelta terapeutica, come Assemblea Antifascista contro il green pass, riproponiamo un video di Valerio Evangelisti del marzo scorso, evidentemente un “rossobruno” anche lui.
Mentre non possiamo non notare la curiosa convergenza di queste accuse di costoro con quelle della macchina propagandistica del PD, del governo e di USA-UE-NATO, e non notare come questi ambienti massimalisti a chiacchiere siano in parte gli stessi che hanno attaccato quelle compagne e compagni che si sono battute contro le restrizioni pandemiche di regime come il green pass e per la libertà di scelta terapeutica, come Assemblea Antifascista contro il green pass, riproponiamo un video di Valerio Evangelisti del marzo scorso, evidentemente un “rossobruno” anche lui.
Valerio, che lo ricordiamo si è anche lui schierato contro il green pass e l’obbligo vaccinale, spiega molto bene la questione Ucraina. Una spiegazione che fa piazza pulita di tutte le sciocchezze che hanno spaccato l’antagonismo di classe creando confusione e che traccia una bella linea di demarcazione tra chi si spaccia per “antifascista” ma segue di fatto la politica di guerra dell’imperialismo occidentale e invece chi lotta contro la guerra imperialista. In particolare chi ha compreso che l’autoritarismo si va affermando proprio attraverso questi due anni e passa di attacco ai diritti più elementari con la scusa del covid-19 e con la guerra in un’unica strategia capitalista di dominio di classe e sui popoli, usati come carne da macello come in Ucraina e ridotti in una sorta di servitù della gleba biopolitica e iperteconologica come nei paesi a capitalismo avanzato e ovunque l’imperialismo eserciti il suo comando oppressivo.
Buona visione.
Buona visione.
Convegno a Napoli
“In primo luogo, al di là delle nostre specifiche visioni e decisioni personali sulla questione dei vaccini, la nostra solidarietà va a chi, in questi ultimi mesi, ha subito pressioni intollerabili come conseguenza delle scelte relative alla propria salute, al punto da ritrovarsi in alcuni casi obbligato/a a lasciare il lavoro o l’attività di ricerca (la libera scelta terapeutica, ricordiamolo, è garantita dalla Costituzione italiana e sancita anche dal Parlamento Europeo). Per una comunità scientifica che si basa quasi interamente sulla condivisione e la comparazione dei risultati di ricerche individuali, la rinuncia di un collega rappresenta un danno irreparabile per tutte/i. Nessuna giustificazione ragionevole di tipo epidemiologico o emergenziale può compensare queste perdite e queste ingiustizie.”
“Per questa ragione, chiediamo a tutti i colleghi (dentro e fuori l’università, strutturati e precari) che abbiano voglia di discutere a partire dalle considerazioni qui espresse di battere un colpo, di sottrarsi alla criminalizzazione del dissenso che ci sta paralizzando e di provare ad applicare al nostro presente gli strumenti sui quali ci siamo lungamente allenati altrove.”
“Per questa ragione, chiediamo a tutti i colleghi (dentro e fuori l’università, strutturati e precari) che abbiano voglia di discutere a partire dalle considerazioni qui espresse di battere un colpo, di sottrarsi alla criminalizzazione del dissenso che ci sta paralizzando e di provare ad applicare al nostro presente gli strumenti sui quali ci siamo lungamente allenati altrove.”
Intervista a Radio Città Fujiko
Il 21 maggio 2022 è andata in onda su RCF, all’interno del programma Mezz’ora d’aria, la versione integrale dell’intervista a due attiviste dell’ Assemblea Antifascista contro il green pass di Bologna, non solo per capire le ragioni per cui l’Assemblea Antifascista si è costituita, ma anche per capirne l’analisi e la visione delle cose che veniva da una lettura problematicistica della realtà in cui la società del controllo riprende le funzioni del disciplinamento sociale in chiave questa volta tecnologica.
“Siamo un gruppo dalle differenti storie personali collettive e politiche unite dal fatto di avere intravisto nella gestione autoritaria della pandemia, nella richiesta del green pass, non solo una imposizione sul corpo attraverso una politica sanitaria violenta, ma anche e soprattutto il volto del fascismo, un fascismo nuovo, biopolitico, tecnologico, però sempre asservito al potere del capitale. Consapevoli del tentativo di definitiva ristrutturazione economica e sociale a cui i governi intendono asservire ogni cittadino chiedendogli ubbidienza in cambio dei più elementari diritti.”
Intervista alle compagne dell’Assemblea Antifascista contro il green pass