Lettera aperta alla Cineteca di Bologna e a tutte le sale cinematografiche che in questa città hanno l’onore di ospitare un’attività culturale di alto valore come il Cinema
Gentile Gian Luca Farinelli e gentili gestori di tutte le sale cinematografiche di Bologna,
che godiate di prestigio internazionale o semplicemente vi occupiate nell’ombra di tenere vivo il patrimonio di pellicole che ogni anno la cultura cinematografica ci regala, vogliamo riflettere insieme a voi, nel nome dell’arte, sulle ragioni della demonizzazione che il nostro Paese sta riservando alla cultura russa: spettacoli vengono ogni giorno annullati e artisti censurati in nome di una contrapposizione politica, che nulla ha a che fare con la bellezza dell’arte, nelle sue numerose espressioni, con un atteggiamento che prepara tempi oscuri e offende profondamente l’intelligenza e la sensibilità dei cittadini italiani.
Gli scorsi 16 e 17 febbraio, “Il Testimone” è stato proiettato in una sala messa a disposizione dal Comune di San Giorgio di Piano, località in provincia di Bologna. Qui la censura del sindaco podestà di Bologna non ha potuto nulla.
La grandissima partecipazione di cittadini bolognesi e della provincia ha stipato la sala in entrambe le giornate. Le persone hanno dimostrato con la loro presenza, curiosità e attiva partecipazione al dibattito che alla pressione volgare ed autoritaria esercitata da una istituzione pubblica è possibile reagire e non soggiacere alla rassegnazione.
Due bellissime serate dense di emozioni e parole, di comprensione e solidarietà nelle quali era tangibile la determinazione nel contrastare i tentativi di censura ed affermare la libertà di espressione
Gli unici che hanno rosicato sono stati quelli di La Repubblica della cronaca cittadina i quali, seguendo la coazione a ripetere della disinformazione sono arrivati a collegare la morte di Navalny con la proiezione de Il Testimone.
Karen Badalov, attore protagonista del film russo “Il Testimone”, si rivolge al pubblico italiano presente alla prima del 22 ottobre 2023 a Roma
Mentre le forze di occupazione israeliane stanno avanzando su Rafah e la popolazione di Gaza non ha un posto sicuro dove scappare, mentre ancora si contano i martiri e i feriti causati dall’occupazione sionista, dopo che tutti gli ospedali di Gaza sono diventati fuori uso a causa dei bombardamenti e dell’embargo sulla striscia, dopo 129 giorni in cui Israele ha affamato Gaza e non ha permesso l’ingresso di alcun aiuto alla popolazione, in risposta a due artisti che al festival di Sanremo hanno condannato il bombardamento degli ospedali e hanno richiesto un cessate il fuoco, l’amministratore delegato della RAI fa pervenire un comunicato alla presentatrice Mara Venier che esprime solidarietà allo stato israeliano e al suo supposto “diritto alla difesa”.
Dopo oltre 28mila martiri di cui non ha praticamente mai dato riscontro, la RAI non solo non esprime la doverosa solidarietà alla popolazione palestinese, ma continua a sostenere apertamente il massacro diffondendo propaganda sionista senza il minimo criterio di giusta e neutra informazione.
Quando si tratta di sostenere gli oppressi si ricorda che il festival è un momento dedicato alla musica, un momento di festa, ma quando occorre difendere gli amici potenti non c’è nessuna esitazione nello schierarsi.
Quinto piano, medicina generale trasformata per l’emergenza in reparto COVID, paziente 52/A.
Sono appena arrivato al mio letto nella stanzetta del reparto dopo una lunga giornata di delirio al pronto soccorso COVID .
Sono solo, mi viene da pensare “finalmente”, nella piccola stanza ci sono due letti soltanto ma al momento l’altro è vuoto.
In realtà non sono solo ma sono isolato, non posso vedere nessuno dei miei, arrivano a me solo infermieri e medici in scafandro di cui vedo solo gli occhi dietro alla visiera di plexiglass.
Non posso muovermi liberamente nella stanza.
Spesso ci sentiamo dire “ma siete ancora lì a citare ‘sto green pass? non vi siete accorti che non c’è più?“. Ecco, appunto “non c’è più“.
A parte il fatto che questa domanda proviene quasi sempre da tutte quelle persone, quei settori che mentre il gren pass “c’era” hanno girato la testa dall’altra parte perchè era “divisivo” discuterne (per dirla leggera) se non addirittura partecipato della discriminazione attiva (per essere più chiari) di coloro i quali riconoscevano in quella tessera un aggiornamento degli strumenti di controllo sociale, di disciplinamento e abrogazione di molte libertà personali e costituzionali, non è corretto affermare che il green pass “non c’è più“.
Lo strumento è stato congelato all’interno delle procedure informatiche ed amministrative dello stato, una specie di cellula dormiente del terrore, ma il suo impianto tecnologico persiste ed anzi si è sviluppato e riarticolato nell’IT Wallet, il portafoglio digitale integrato nell’app IO in grado di contenere carta d’identità elettronica, tessera sanitaria, passaporto e molti altri documenti, di recente entrata in vigore, e in sintonia con l’Identità Digitale promossa e in via di realizzazione dalla UE.
E’ per questo motivo che ci preme riproporre a tutte e tutti le riflessioni dell’ Assemblea contro il Green Pass di Roma riportate in questo fascicoletto, sia come importante valore storico di memoria che come prospettiva per le lotte future.
“È stato lo stesso esercito israeliano a confermare l’uso dell’intelligenza artificiale per individuare gli obiettivi da bombardare a Gaza.
Chiamato Hasbora («Vangelo» in ebraico), si tratta di un «sistema che consente l’uso di strumenti automatici per produrre target a ritmo rapido, che funziona migliorando il materiale di intelligence». Sebbene i dettagli del suo funzionamento siano mantenuti segreti, le informazioni pubblicate sono inequivocabili: il sistema «si ciba dell’enorme quantità di dati contenuti nei database creati negli ultimi anni dall’intelligence israeliana tramite la raccolta dei dati personali e biometrici dei cittadini palestinesi.
The Gospel traduce questi dati in obiettivi da attaccare, la decisione è poi dell’Idf». Tra i dati utilizzati, ci sarebbero «le riprese di droni, le chiamate intercettate, il monitoraggio di movimenti e i dati di sorveglianza».”
Dopo la scandalosa censura da parte del signor Lepore, sindaco Podestà di Bologna, che con uno straordinario atto d’imperio ha impedito di fatto la proiezione del film russo ‘Il Testimone’ adducendo fantasiose motivazioni relative alla tutela dell’immagine del Comune, il Coordinamento Paradiso (di cui l’Assemblea Antifascista contro il green pass fa parte) ha rilanciato in forma di lotta la sua proposta per rivendicare una volta in più la LIBERTA’ DI ESPRESSIONE in tutte le sue forme.
Si legge nel comunicato prodotto dal Coordinamento: “Proponiamo di trasformare la giornata del 27 gennaio a Villa Paradiso in una Assemblea Cittadina contro la censura di guerra e per la riaffermazione della libertà di espressione. Comunicheremo nuova data e luogo per la proiezione del film “incriminato”, tanto per sottolineare come la volontà di proiettare il film rimane intatta, supportata da un’azione di resistenza che invita tutte le organizzazioni sane delterritorio, tutti i suoi cittadini e le sue cittadine a partecipare determinati a questa prima tappa di una campagna di lotte in città, volte a smascherare, tra le altre cose, la propaganda politica che i suoi amministratori realizzano utilizzando l’istituzione pubblica.
Sembra che molte persone si facciano delle domande, quantomeno quando le narrazioni ufficiali confliggono col buon senso e vessano le giornate già complicate dei cittadini.
Alta la partecipazione all’incontro sulle smart cities a Villa Paradiso – ben oltre le 250 persone – per riflettere insieme sui reali scopi delle politiche cittadine della giunta Lepore, che sembrano indirizzarsi verso il controllo sociale e il disciplinamento dei cittadini, promuovendo città “smart, green e pensate per migliorare la qualità della vita degli abitanti”.
Sarà che i cittadini di questo “benessere” distribuito con tanto altruismo non se ne sono proprio accorti e anzi al momento ne hanno avuto solo una inquietante impressione; sarà che i milioni di euro che giungono a pioggia dal governo nazionale, dall’EU, da aziende che lavorano per la NATO per la realizzazione del progetto insinuano poco rasserenanti sospetti (se puntassero alla nostra salute e serenità basterebbero molto meno fondi…); sarà che tali politiche sono caratterizzate da elementi che ricordano intenzioni poco benevole appena vissute negli anni della pandemia: controlli, permessi, ricatti economici, limitazioni degli spostamenti, INSOMMA il buon senso porta i cittadini più attenti ad insospettirsi e a farsi la domanda: MA LO FARANNO DAVVERO PER IL NOSTRO BENE?
In sala diverse sono state le proposte di disubbidienza civile e molto esaustivo (e realistico..) il quadro distopico illustrato dai relatori.
Interventi dei relatori
Introduzione di Fabrizio (Coordinamento Paradiso / ricercatore O.S.C.A.R)
Intervento di Alessio Gasperini (Miracolo a Milano / ricercatore O.S.C.A.R)
Intervento di Angela Donati (Gruppo Stop 5G Emilia-Romagna)
Intervento dell’Avvocato Mario Marcuz
L’interesse spinge il COORDINAMENTO PARADISO e la rete O.S.C.A.R. ad approfondire la tematica in altri incontri e promuovere mobilitazioni che facciano sentire la voce dei cittadini in contrasto con quella dei padroni della città, da cercare certamente molto più lontano da Palazzo D’Accursio.