Lo scopo che l’Assemblea promotrice della Marcia esplicita non può essere più chiaro e coinvolgente:
“Non si tratta più di mobilitarsi per chiedere ai governanti questa o quella nuova misura ecologica, né di credere alle loro soluzioni miracolose. Tanto meno si tratta di assistere passivamente allo spettacolo che mettono in scena per noi: quello di un “progresso” che, al contrario delle loro promesse, si rivela sempre più slegato dalla pienezza dell’esistenza umana.
Si tratta invece di riprendere in mano il destino del mondo e di organizzarsi per passare all’azione. Per mostrare, disarmare, neutralizzare tutte le macchine di morte; per bloccare la corsa folle al consumo vorace di risorse, per riprenderci la terra e restituirla al mondo”
“Non si tratta più di mobilitarsi per chiedere ai governanti questa o quella nuova misura ecologica, né di credere alle loro soluzioni miracolose. Tanto meno si tratta di assistere passivamente allo spettacolo che mettono in scena per noi: quello di un “progresso” che, al contrario delle loro promesse, si rivela sempre più slegato dalla pienezza dell’esistenza umana.
Si tratta invece di riprendere in mano il destino del mondo e di organizzarsi per passare all’azione. Per mostrare, disarmare, neutralizzare tutte le macchine di morte; per bloccare la corsa folle al consumo vorace di risorse, per riprenderci la terra e restituirla al mondo”
Quindi tutti in Marcia!
“Per dire NO a opere inutili e imposte; per dire NO al nuovo impianto di risalita al Corno alle Scale; per dire NO a nuove cementificazioni per la logistica in pianura; per dire NO all’allargamento della Tangenziale-autostrada a Bologna. Per dire SÌ all’agricoltura di prossimità; per dire SÌ a restituire risorse a una buona sanità pubblica, per dire SÌ a una mobilità davvero sostenibile, per dire SÌ a una società conviviale e non mercificata”.
Anche noi come Assemblea Antifasciste contro il green pass, condividendo appieno il progetto e le aspettative, interverremo a Pioppe di Salvaro, al termine della quinta tappa. Cercheremo di descrivere quanto l’autoritarismo applicato alla gestione dei territori abbia la stessa matrice dell’autoritarismo applicato sui corpi e sulle menti durante la pandemia, attraverso l’imposizione di sieri sperimentali, l’uso distorto della tecnologia, la privazione di libertà e diritti fondamentali, la discriminazione e criminalizzazione del dissenso.