Guerra e incarcerazione tecnologica della società

guerra e incarcerazione tecnologica
Quando parliamo dell’uso duale della tecnologia ci riferiamo allo sviluppo di competenze altamente specializzate che possono venire utilizzate indistintamente nell’ambito militare e in quello civile e che sono implementate dal sistema militare-industriale e universitario. FBK (Fondazione Bruno Kessler) rappresenta un esempio lampante di questa dualità. Mentre sviluppa relazioni e prodotti a fini bellici (come riportato nel testo seguente), è presente nello sviluppo del Tecnopolo Bolognese e nella gestione del controllo biometrico a Trento, tanto per citare due esempi
Quello che segue è il testo di un intervento fatto da un compagno davanti al centro di ricerca FBK (Trento) in occasione del corteo dello scorso 10 maggio, al fianco della resistenza palestinese e contro le collaborazioni con lo Stato di Israele
FBK per l’incarcerazione tecnologica e la guerra
Viviamo un presente che ci obbliga ogni giorno di più a fare scelte che possono cambiare le nostre vite. Più la Società-macchina si struttura e si rende concreta, maggiormente si palesa il bisogno vitale di osservare con attenzione la quotidianità che ci sovrasta. La caratteristica della macchina non è solo la sua efficacia, ma soprattutto la sua programmazione, l’incapacità di cambiare rotta, l’obbedienza automatica. Ecco perché l’apparato tecnico ha bisogno di corpi-macchina. Se gli inferni di Gaza e della Cisgiordania ci stanno lentamente abituando ad un mondo disumano, è perché anche le nostre vite possono diventare quelle di esseri simili a macchine obbedienti.
È in questo tipo di mondo che lo Stato, con la sua guerra interna, ci vorrebbe muti e incoscienti di fronte alla catastrofe. È in questo tipo di mondo che laboratori, università, aziende divengono le retrovie dei conflitti globali. E questo è il mondo che si sta apparecchiando esattamente qui, anche all’interno delle Università e delle aziende trentine e del nucleo che fa da capofila: FBK.