Guerra e incarcerazione tecnologica della società

guerra e incarcerazione tecnologica
Quando parliamo dell’uso duale della tecnologia ci riferiamo allo sviluppo di competenze altamente specializzate che possono venire utilizzate indistintamente nell’ambito militare e in quello civile e che sono implementate dal sistema militare-industriale e universitario. FBK (Fondazione Bruno Kessler) rappresenta un esempio lampante di questa dualità. Mentre sviluppa relazioni e prodotti a fini bellici (come riportato nel testo seguente), è presente nello sviluppo del Tecnopolo Bolognese e nella gestione del controllo biometrico a Trento, tanto per citare due esempi
Quello che segue è il testo di un intervento fatto da un compagno davanti al centro di ricerca FBK (Trento) in occasione del corteo dello scorso 10 maggio, al fianco della resistenza palestinese e contro le collaborazioni con lo Stato di Israele
FBK per l’incarcerazione tecnologica e la guerra
Viviamo un presente che ci obbliga ogni giorno di più a fare scelte che possono cambiare le nostre vite. Più la Società-macchina si struttura e si rende concreta, maggiormente si palesa il bisogno vitale di osservare con attenzione la quotidianità che ci sovrasta. La caratteristica della macchina non è solo la sua efficacia, ma soprattutto la sua programmazione, l’incapacità di cambiare rotta, l’obbedienza automatica. Ecco perché l’apparato tecnico ha bisogno di corpi-macchina. Se gli inferni di Gaza e della Cisgiordania ci stanno lentamente abituando ad un mondo disumano, è perché anche le nostre vite possono diventare quelle di esseri simili a macchine obbedienti.
È in questo tipo di mondo che lo Stato, con la sua guerra interna, ci vorrebbe muti e incoscienti di fronte alla catastrofe. È in questo tipo di mondo che laboratori, università, aziende divengono le retrovie dei conflitti globali. E questo è il mondo che si sta apparecchiando esattamente qui, anche all’interno delle Università e delle aziende trentine e del nucleo che fa da capofila: FBK.

Intelligenza artificiale per la guerra

intelligenza artificiale per la guerra
L’Intelligenza Artificiale – parte e insieme motore delle tecnologie convergenti (info, bio, nano e neuro) – non è né positiva, come affermano i «tecno-entusiasti», né passibile di forme alternative di governance, come ripetono i «tecno-possibilisti». Nata in ambito bellico, l’IA serve innanzitutto a fare la guerra.
A scanso di equivoci il Pentagono lancia esplicitamente un nuovo Progetto Manhattan per l’Intelligenza Artificiale in chiave militare, mentre il partito-Stato cinese gli risponde con il MDPW (Multi-Domain Precision Warfare). Nel frattempo, in Ucraina si accelera la robotizzazione dei sistemi d’arma e di comando, mentre a Gaza si compie il primo genocidio automatizzato della storia.
Dalla produzione automatizzata alla finanza ad alta frequenza, dalla disseminazione di telecamere e sensori nelle città all’agricoltura digitale, passando per l’ingegneria genetica applicata ai campi e ai corpi, quello che i complessi scientifico-militar-industriali stanno conducendo è una guerra generalizzata al vivente e ad ogni forma di autonomia individuale e comunitaria.
Contro l’artificializzazione della vita, la terra. Contro la schiavitù connessa, la libertà.
capitolo completo tradotto dal libro di Jacques Luzi
Ce que l’intelligence atificielle ne peut pas faire

Smart city per le guerre ai popoli

tecnologie per guerra ai popoli
dall’ Assemblea Popolare di Busto Arsizio
La Smart City è una città “intelligente” che usa Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) di ultima generazione, capaci di produrre un’enorme quantità di dati (attraverso sensori, telecamere, smartphone, dispositivi Internet delle Cose) e analizzarli attraverso l’IA e algoritmi, in tempo reale. La città diventa dato, come ogni nostra azione e comportamento, funzionale al controllo ma anche alla riorganizzazione della vita. Infatti, si è materializzata la possibilità concreta di organizzare la vita in una maniera nuova, grazie al rapporto simbiotico tra dispositivi tecnologici e dati.
Onnipresenza di tali dispositivi ed estrattivismo dei dati dalle vite singolari e collettive sono i binari della nuova organizzazione sociale contemporanea: quella che al possibile della vita ha sostituito il probabile del calcolo. La vita non sarà più qualcosa da scoprire, da soli o assieme, nei vastissimi ed infiniti spazi profondi del possibile, dell’incontro casuale, dell’errore, dell’imprevisto e dell’imprevedibile; no, sarà invece un calcolo, dove un evento si calcola probabilisticamente (aggregando e rielaborando dati che riguardano l’evento in questione) per prevedere cosa succede poi, e quindi avere la capacità di influenzare direttamente o indirettamente gli accadimenti.
Palestina e Smart city a Busto Arsizio

Cronache di guerra interna ed esterna

VonBomberLayen
da Miracolo a Milano due pagine per descrivere e per riassumere alcuni dei fenomeni più critici del periodo che attraversiamo:
1) Europeismo, aborto dell’imperialismo
2) L’economia di guerra
3) La propaganda di guerra
4) La paura e l’emergenza
5) Militarizzazione e disciplinamento sociale
6) Controllo e sorveglianza tecnologica
7) Con la resistenza palestinese
8) Il nemico è in casa nostra

Contro la guerra e ciò che la rende possibile

contro la guerra a Busto Arsizio
No ReArm Europe
Contro la “campagna di riarmo” dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, che ci trascinano nel baratro di un nuovo conflitto mondiale. Fermiamo la macchina bellica, dalle fabbriche di morte alle basi militari presenti sui nostri territori.
No all’economia di guerra
Dalla scuola alla sanità pubblica, dalle pensioni al lavoro: mentre centinaia di miliardi vengono destinati al riarmo ed ingrassano l’industria bellica, prosegue impunito il saccheggio e la distruzione di quel che resta dello stato sociale.
No alla guerra interna e alla militarizzazione della società, della scuola e dell’università
Se all’esterno dei confini si sganciano le bombe, all’interno del Paese si inasprisce la repressione del dissenso, delle lotte e del conflitto sociale, come nel caso del DDL 1660. Aumentano anche la sorveglianza ed il controllo di massa, facilitate dall’impiego di tecnologie militari sperimentate sugli odierni campi di battaglia.
No NATO
In occasione del 76esimo anniversario di fondazione dell’Alleanza atlantica, mobilitiamoci contro l’imperialismo occidentale coordinato dalla NATO, una minaccia costante alla pace, alla libertà e all’autodeterminazione dei popoli del mondo, a partire dalla vicina base di Solbiate Olona, dove ha sede il Comando multinazionale delle forze di intervento rapido dell’Alleanza.
Palestina libera!
Per fermare il genocidio in corso in Palestina, sosteniamo la resistenza del popolo palestinese, recidiamo i legami di connivenza ed il supporto economico, politico e militare all’insediamento coloniale sionista.
La guerra comincia qui: dall’Italia, terzo maggior esportatore di armi verso Tel Aviv, responsabile anche dell’invio di almeno 2.5 miliardi di euro di armamenti a Kiev; dalla Lombardia, una delle regioni italiane con la più alta produzione militare; dalla provincia di Varese, che tra il 2022 e il 2023 ha visto le proprie esportazioni belliche crescere del 96.7% e che ospita anche la Leonardo SpA, il cui titolo in borsa ha registrato dall’inizio dell’anno un +70%.
E’ tempo di agire prima che sia troppo tardi, è tempo di rovesciare questo sistema di predazione, di colonizzazione, di sfruttamento e di morte.
L’Assemblea Antifascista contro il green pass di Bologna partecipa ed invita a partecipare

Smart city e guerra.

Verso le Assemblee Pubbliche del 26 e 27 a Bologna e Ravenna
La vita di tutti noi, dei nostri luoghi, resa intelligente, smart, dalla stessa tecnologia che viene utilizzata nella guerra, nello sterminio dei palestinesi, nel genocidio a Gaza?
Smart industry, smart security, smart energy, smart people, smart health, smart home, smart mobility, smart governance, smart retail… (e scusate l’inglese!). Da cittadini a city-users. CITY-USERS!
E’ davvero quello che vogliamo? Pensiamo davvero che tutto sia orientabile, migliorabile, perfettibile, attraverso l’uso della tecnologia sfrenata, energivora e senza etica al servizio del Capitale?
Guardate come a Bologna è stato pensato per il prossimo futuro il distretto TEK (Tecnologia, Intrattenimento, Conoscenza – in italiano stavolta) con il Tecnopolo, tra quella che oggi è via Stalingrado – domani Green Boulvard – e San Donato (Fiera), nella nuova Piazza della Costituzione.
Il tutto per la modica cifra di oltre 2 miliardi di euro tra fondi pubblici e privati. Quest’ultimi facendola da padroni, avendo, tra l’altro, l’esclusività della conoscenza tecnologica necessaria.
appuntamenti assemblee palestina guerra smart-city

Il lato oscuro delle smart city

Verso le Assemblee Pubbliche del 26 e 27 a Bologna e Ravenna
dalla rivista Pagina Uno
di Francesca Faccini
“Fino a ora nelle ‘nostre’ smart city il conflitto ha assunto le forme del war gaming, ma a Hebron – come in tutta la Palestina – l’avanguardia tecnologica del governo d’Israele ha preso una forma concreta estremamente crudele.
Attribuire alla macchina capacità decisionali autonome ha conseguenze distopiche: se da una parte si realizza più facilmente la volontà di dominio sulla vita, dall’altra sembra smaterializzarsi la responsabilità individuale: mentre l’algoritmo assume caratteristiche antropomorfe, gli individui perdono umanità.”
appuntamenti assemblee palestina guerra smart-city

Palestina, guerra, smart city

IVa Iniziativa Cittadina a Bologna e a Ravenna contro lo sviluppo delle smart-city
La pratica militare israeliana in Palestina ci fa comprendere il livello di guerra totale verso cui stiamo andando.
La realizzazione delle Smart City in Palestina ha creato carceri a cielo aperto per un controllo totalitario su qualsiasi aspetto della vita quotidiana delle persone, addirittura all’interno delle stesse abitazioni.
Anche le città italiane vengono trasformate in Smart City, ogni giorno che passa. Ci dicono per salvaguardare l’ambiente, tutelare la salute, migliorare la qualità della vita . Nei fatti aumentano i controlli e le schedature (e con essi sorveglianza e repressione): i diritti fondamentali si riducono sempre più. La digitalizzazione ci rende dipendenti da una tecnologia che non controlliamo e che non ci appartiene: ci dirige verso scenari distopici, come quelli che hanno fatto da apripista negli anni della pandemia.
Questi strumenti di sorveglianza saranno sempre più necessari al dispotismo del capitale.
Boicottare lo svolgersi delle guerre fra grandi potenze significa anche influire sulla vita quotidiana dentro alle nostre città, difendendo e rivendicando i nostri spazi sociali, i nostri dati, le nostre comunicazioni, salvaguardando i nostri territori, le nostre relazioni
ASSEMBLEE PUBBLICHE
26 febbraio 2025 – ore 20
Centro Sociale della Pace
Via del Pratello 53 – BOLOGNA
27 febbraio 2025 – ore 20
Sala Ragazzini
Largo Firenze – RAVENNA
Proiezioni di video, estratti da 3 documentari sulle smart city Palestinesi realizzati da Al Jazeera
Interventi da Trento, Milano, Bologna e Ravenna
promuovono
Assemblea Antifascista contro il green pass di Bologna
Lavoratori Autorganizzati di Ravenna

Sabotiamo la guerra!

Manifestazioni contgro la guerra
In questi primi giorni di dicembre, la guerra mondiale ormai in pieno svolgimento ha subito brusche accelerazioni. In pochi giorni, l’avanzata dei “ribelli” ha portato al crollo del regime di Assad, con il plauso di tutto l’Occidente che in tempo record riabilita una fazione scissionista di Al Qaeda (da “terroristi tagliagole” a “islamici moderati” e interlocutori politici). Intanto, l’esercito sionista invade il territorio siriano e procede a distruggerne le infrastrutture militari. Uno scenario in rapida evoluzione e ancora difficile da districare, ma che marca un ulteriore allargamento del conflitto in Medio Oriente. E se in Libano prosegue una fragile tregua, a Gaza le bombe sioniste continuano a massacrare famiglie intere.
In Europa, mentre la disfatta ucraina è sempre più palese – tanto che anche i media mainstream iniziano a parlare della diserzione dilagante –, i partiti con posizioni contro la guerra mietono ampi successi elettorali ma trovano la strada sbarrata, come sta succedendo in Romania e Georgia, e il centro del vecchio continente sprofonda nella crisi politica (ed economica) segnata dal recente crollo dei governi tedesco e francese.
L’ Assemblea Antifascista contro il green pass di Bologna solidarizza e rilancia le iniziative e invita a parteciparvi.
Nessun uomo nessun soldato per la guerra

N.A.T.O. per la guerra

N.A.T.O. per la guera
Assemblea Antifascista contro il Green Pass di Bologna ha sempre visto nel Green Pass un fine e non un mezzo, un esperimento sociale con cui cominciare progressivamente a manipolare le coscienze, innescando forme di apartheid, controllo sociale digitale, esclusione dalla società, divisione tra le persone, soppressione dei diritti fondamentali, disciplinamento, segreto di stato, delega delle decisioni ad organismi sovranazionali (anche la Nato era presente alle riunioni in cui si decise la strategia anticovid del 2020).
Per noi il motto “guerra e pandemia, stessa strategia” era valido allora e continua ad esserlo oggi, con implicazioni ancora più gravi. La guerra totale all’umanità è il risultato di un intreccio tra le multinazionali dell’Hi-Tech per la produzione di sistemi di vigilanza, quelle per la produzione di sistemi di guerra, le università che realizzano studi in materia per orientare meglio la produzione industriale di questi sistemi di morte (o per giustificarli) e i governi che sfornano leggi per dare libero corso all’utilizzo di essi.
La NATO è lo strumento militare, il braccio violento del potere imperialista occidentale e rappresenta una sintesi di tutto questo.